La Rete della Solidarietà
Ideazione e ricerca: Istituto Lombardo di Storia Contemporanea
Realizzazione: 3D Produzioni
Durata: 00:41:33
Il documentario La Rete della Solidarietà, realizzato dall’Istituto Lombardo di Storia Contemporanea in collaborazione con 3D Produzioni, intende far conoscere un aspetto della storia di Milano finora quasi sconosciuto. Fin dal Settecento, prima ancora che le istituzioni pubbliche intervenissero negli strati più poveri della società al fine di sopperire ai loro bisogni alleviandone le tante sofferenze, molti furono i filantropi laici – uomini, ma soprattutto donne – che reclutando medici, infermieri ed educatori, si dedicarono generosamente a questa attività benefica.
Già all’inizio dell’Ottocento gli interventi delle strutture istituzionali e di quelle filantropiche milanesi apparivano legati in un solido intreccio, intreccio che doveva consolidarsi nel secolo seguente. Milano, in questo senso, fu un unicum nella storia nazionale.
Il documentario vuole proporre al grande pubblico, e in primo luogo agli studenti, questa storia raccontata attraverso materiali inediti e d’archivio (immagini, documenti, filmati d’epoca, interviste e testimonianze). In particolare, vuole puntare l’attenzione su alcuni tra i più importanti enti assistenziali milanesi: il Brefotrofio Provinciale, l’Ospedale Maggiore, l’Orfanotrofio femminile della Stella, l’Orfanotrofio maschile dei Martinitt, il Pio Albergo Trivulzio, la Congregazione di carità (già Luoghi Pii Elemosinieri), la Società Umanitaria, l’Asilo Mariuccia.
Il documentario, in realtà, ha la struttura di un docufilm. La storia che vuole raccontare, infatti, prende l’avvio dai giorni nostri. Una ragazza (un’attrice) gira in bicicletta per il Parco Sempione, laddove, nel 1906, ebbe sede un grandioso avvenimento: l’Esposizione internazionale. Celebrazione del progresso e della modernità, di cui Milano, la capitale morale d’Italia, era diventata il simbolo, l’Esposizione internazionale non metteva in mostra solo le realizzazioni delle attività economiche, ma anche quelle che ad esse si collegavano strettamente. Tra queste, importantissime le attività assistenziali e previdenziali.
La ragazza della bicicletta, andando a ritroso nel tempo, diventa una sorta di guida che conduce gli spettatori nei luoghi della solidarietà cittadina. Evocati, emergono allora tutti coloro che questi luoghi crearono e a cui diedero vita spesso assai duratura. Tra questi gli istituti riservati ai bambini e ai giovani, abbandonati, orfani, malati o indigenti ai quali veniva offerta oltre all’assistenza anche la possibilità di istruirsi e di imparare un mestiere.
La vocazione solidaristica di Milano, motivata nei secoli da ragioni civili e da ispirazione religiosa, si innestava nel processo di transizione dalle tradizionali erogazioni benefiche all’instaurarsi novecentesco di un sistema di sicurezza sociale inteso come diritto di tutti i cittadini e dovere dello Stato. L’esperienza milanese, insomma, si poneva come sintesi dei due modelli di welfare affermatisi nella storia: il modello nord-europeo, da sempre incentrato sull’offerta dei servizi e il modello mediterraneo, orientato invece ai sussidi ai privati.
Il percorso storico proposto dal documentario, prende l’avvio dal presente e al presente torna nelle sue immagini conclusive. Molteplici istituzioni solidali sono sorte e sono ancora attive, dovunque, in modo capillare, in tutta la città, una città che continua a rinnovare la sua sfida alla lotta contro il bisogno, la povertà e l’emarginazione, le nuove emergenze. Assistenza pubblica e privato sociale, ora come allora, continuano ad interagire sostenendo tutti coloro che si trovano in difficoltà, dalla prima infanzia alla vecchiaia. Milano è anche questo: la rete della solidarietà continua.
Si segnala, per le scuole, la possibilità di un approfondimento sul tema con il Prof. Simone Campanozzi (docente distaccato presso l’Istituto Lombardo di Storia Contemporanea).
Per informazioni: istituto@ilscmilano.it